Vira Shcherblyuk Artist
25vira.art
"Creo i quadri usando le tele grandi, i colori acrilici e a olio, il mosaico (lo scarto dei polimeri), la piuma, i tessuti, e vari altri materiali con l’intenzione di elaborare i lavori “dinamici” e scoprire la ricchezza e la infinita possibilità della tela e i materiali che la tela può ospitare."
Vira Shcherblyuk Artist
25vira.art
"Creo i quadri usando le tele grandi, i colori acrilici e a olio, il mosaico (lo scarto dei polimeri), la piuma, i tessuti, e vari altri materiali con l’intenzione di elaborare i lavori “dinamici” e scoprire la ricchezza e la infinita possibilità della tela e i materiali che la tela può ospitare."
Creo i quadri usando le tele grandi, i colori acrilici e a olio, il mosaico (lo scarto dei polimeri), la piuma, i tessuti, e vari altri materiali con l’intenzione di elaborare i lavori “dinamici” e scoprire la ricchezza e la infinita possibilità della tela e i materiali che la tela può ospitare.
Creo attraverso me stessa mettendo la mia immagine (stampa della mia foto) nel centro dell’opera come testimone diretta dell’esperienza che vivo determinate emozioni, le emozioni che sono percepite spesso come negative… Le paure, disagi, sofferenze, richiamo al controllo di sé e il sacrificio – raffiguro le emozioni con le forme e i colori rappresentandoli spesso attraverso le fiabe, e affronto i miei propri “demoni” sulla tela.
Le sofferenze o le paure che vivo non sono più dolorose ma iniziano esistere come la parte integrante e indispensabile dell’unita del quadro e della vita stessa di una persona. La stampa della mia foto è realistica perché quello che esprimo sulla tela è reale, sono davvero le emozioni o le esperienze che ho vissuto o sto vivendo. In quanto può sembrare non reale quello che metto sulla tela per me è la mia realtà.
Di proposito, utilizzo spesso la mia immagine anche per evidenziare la necessita di “metterci la faccia” per le cose che esprimo, assumendo la piena responsabilità di ciò che faccio. Sono convinta che solo comportandosi coraggiosamente la persona è in grado di superare i propri disagi e devenire sé stessa accettandosi con tutte le sue sfumature della personalità.
La mia arte per me è una continua ricerca del fascino dei multiplichi significati dei simboli che io ne utilizzo molto nei miei lavori, e grazie alle varietà delle culture che ho conosciuto sto scoprendo che i simboli non sono riconducibili a un’unica chiave interpretativa – questo fa si che i miei quadri hanno una grande quantità delle interpretazioni per lo spettatore.
Sono molto curiosa nella percezione delle mie opere da parte degli spettatori, vorrei tanto dialogare con ciascuno e cogliere da li i loro percezioni interiori profondi per creare le mie nuove opere perché in questo modo le mie opere diventano non solo le mie ma – le nostre. Credo molto nella interconnessione tra gli individui che comunicano, e di conseguenza nella creazione metamorfosica dei mei quadri dopo le interazioni con gli spettatori, in effetti i miei quadri io le modifico sempre dopo le conversazioni che mi hanno suscitato le emozioni. Mi sento spesso come se fosse lo strumento della metamorfosi dei miei quadri e i veri autori sono le persone che mi hanno ispirato.
Utilizzando la stampa, la pittura, il mosaico, la piuma e altri materiali – cerco di creare i piccoli dettagli con l’intenzione di avvicinare lo spettatore fiscalmente all’opera curiosando, poi per vedere la totalità deve allontanarsi – così la visione diventa più dinamica.
Il mio grande sogno è una mostra multisensoriale dove le mie opere si accompagnano a testi, musiche, temperature d’ambiente diverse e gioco di luce …..
Stand with us
Recentemente Carmi Flavours (www.CarmiFlavors.com) ha pubblicato sul suo magazine "Cry for Ukraine" confermando il proprio sostegno al popolo ucraino e incoraggiando sempre più persone a partecipare tutte insieme ad un aiuto responsabile attraverso la beneficenza.
Il sito web dedicato (www.carmicares.com) prende spunto dalla vendita del mio quadro "Cry for Ukraine" nella speranza che sia il primo di tanti passi verso la presa di coscienza e la partecipazione dell'universo artistico in uno scenario così difficile come quello della guerra in Ucraina.
Media
“L’Arte nell’Uovo di Pasqua” 2023 di Sergio Valente ed Eleonora Daniele”
L’uovo simbolo della Pasqua, che sfiora la perfezione della natura, raffigurato e reinterpretato da moltissimi artisti dell’arte contemporanea come René Magritte, Salvador Dalì, Andy Warhol, Lucio Fontana e tanti altri è diventato negli ultimi anni anche simbolo di “solidarietà” grazie al progetto “L’Arte nell’Uovo di Pasqua” ideato nel 2002 dal noto Hair Stylist Sergio Valente...
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"Azione" - Cooperativa Migros Ticino, 24.04.2023
Il dolore per la guerra e la speranza nel futuro (The pain of war and hope for the future)
“Un giorno avremo un mondo senza guerre, senza guerre stupide, per la precisione. Perché nessuna guerra è intelligente». Vira Shcherblyuk ha lasciato l’Ucraina vent’anni fa e da allora vive in Ticino. «Mi sento metà ucraina e metà svizzera, visto che ho vissuto metà della mia vita qui a Lugano», spiega, «e quando è iniziata l’aggressione russa mi sono sentito, come dire?, colpevole di non poterlo fare
non fare niente per i miei compatrioti. In realtà non ha fatto nulla, visto che poche settimane dopo l’inizio dell'”operazione speciale”, come la chiama ipocritamente Putin, è andata al confine polacco a prendere due ragazze, figlie di un amico, e ha portato metterli in salvo in Svizzera. «Sì, ma poi mi è venuto in mente che potevo fare altro, e che potevo farlo con l’arte. Credo che Dio mi abbia dato un solo talento, la pittura. Fin da bambino ho disegnato ovunque: sulle mani, sui tavoli, sulle porte con il risultato di essere punito. Mi hanno detto che gli artisti sono tutti pazzi e poveri».
Ma, nel tempo libero, rilassandosi dopo il lavoro, lei Vira non ha mai smesso di dipingere. E quando scoppiò la guerra sentì l’impulso «di trovare i miei simili e di esprimere qualcosa sulla tela. In quei giorni mi è capitato di andare in giro con un nastro azzurro e azzurro tra i capelli e un paio di persone mi hanno salutato riconoscendo i colori della bandiera ucraina. Mi sono preso del tempo per dipingere e alla fine dello scorso anno ho potuto esporre a New York alcuni dei miei lavori dedicati all’Ucraina. Pongo quindi una condizione per l’acquisto delle opere: che l’intero ricavato vada al mio paese. Ho potuto così inviare un aiuto concreto a diverse associazioni di volontariato a favore delle famiglie povere e degli orfani, nonché a una scuola speciale che ospita bambini con bisogni speciali”.
Ora ci mostra la seconda copia di un dipinto piuttosto iconico venduto a New York. Mostra una donna che piange. Tre gocce le gocciolano da un occhio: una rossa, una blu e una gialla che formano un cuore con i colori della bandiera ucraina. «Ma il messaggio non è solo quello del dolore per la guerra; Ho usato colori accesi, in controtendenza con i tanti quadri che usano tinte scure quando rappresentano la guerra e la morte. L’ho fatto perché so che gli ucraini stanno trasmettendo al mondo un’idea di unità e la decisione di difendere i valori belli della democrazia, di poter scegliere il nostro destino per me, per noi. Anche nel dolore e nella violenza, espressi dalla lacrima di sangue, ho voluto trasmettere energia. C’è molta sofferenza ma si trasforma in questo cielo azzurro e nel giallo del grano. Ce la faremo. Ciò che gli ucraini difendono mi dà tanta energia. C’è il pianto, ma il futuro è luminoso e colorato.” Legge meno intuitivamente un’altra tela. Ci sono quattro figure femminili circondate da due ali grigie all’esterno delle quali si vedono armi avvolte da nastri blu e gialli. «Sono stata ispirata da un’icona bizantina che aveva mia nonna e che rappresenta la martire Santa Sofia con le sue tre figlie Fede, Speranza e Carità Sofia significa sapienza ed è la madre di speranza, fede e amore (carità). Solo la saggezza, oggi, può farci superare la guerra. La stupida guerra, appunto. Le ali sono quelle delle gru. È un omaggio al villaggio di mio padre dove c’era una statua di una gru. Ho immaginato le sue ali grigie proteggere Sofia e le sue figlie dall’aggressione delle armi, che rimangono fuori. Significa che la mia terra si protegge da sola. E non solo: secondo me, con la sua battaglia, l’Ucraina oggi protegge tutta l’Europa. Sogno un futuro senza muri tra Ucraina e Russia, spero che ci sia una vittoria molto più grande, molto più profonda proprio perché basata su saggezza, amore, speranza e fede”.
“Un giorno avremo un mondo senza guerre, senza guerre stupide, per la precisione. Perché nessuna guerra è intelligente». Vira Shcherblyuk ha lasciato l’Ucraina vent’anni fa e da allora vive in Ticino. «Mi sento metà ucraina e metà svizzera, visto che ho vissuto metà della mia vita qui a Lugano», spiega, «e quando è iniziata l’aggressione russa mi sono sentito, come dire?, colpevole di non poterlo fare
non fare niente per i miei compatrioti. In realtà non ha fatto nulla, visto che poche settimane dopo l’inizio dell'”operazione speciale”, come la chiama ipocritamente Putin, è andata al confine polacco a prendere due ragazze, figlie di un amico, e ha portato metterli in salvo in Svizzera. «Sì, ma poi mi è venuto in mente che potevo fare altro, e che potevo farlo con l’arte. Credo che Dio mi abbia dato un solo talento, la pittura. Fin da bambino ho disegnato ovunque: sulle mani, sui tavoli, sulle porte con il risultato di essere punito. Mi hanno detto che gli artisti sono tutti pazzi e poveri».
Ma, nel tempo libero, rilassandosi dopo il lavoro, lei Vira non ha mai smesso di dipingere. E quando scoppiò la guerra sentì l’impulso «di trovare i miei simili e di esprimere qualcosa sulla tela. In quei giorni mi è capitato di andare in giro con un nastro azzurro e azzurro tra i capelli e un paio di persone mi hanno salutato riconoscendo i colori della bandiera ucraina. Mi sono preso del tempo per dipingere e alla fine dello scorso anno ho potuto esporre a New York alcuni dei miei lavori dedicati all’Ucraina. Pongo quindi una condizione per l’acquisto delle opere: che l’intero ricavato vada al mio paese. Ho potuto così inviare un aiuto concreto a diverse associazioni di volontariato a favore delle famiglie povere e degli orfani, nonché a una scuola speciale che ospita bambini con bisogni speciali”.
Ora ci mostra la seconda copia di un dipinto piuttosto iconico venduto a New York. Mostra una donna che piange. Tre gocce le gocciolano da un occhio: una rossa, una blu e una gialla che formano un cuore con i colori della bandiera ucraina. «Ma il messaggio non è solo quello del dolore per la guerra; Ho usato colori accesi, in controtendenza con i tanti quadri che usano tinte scure quando rappresentano la guerra e la morte. L’ho fatto perché so che gli ucraini stanno trasmettendo al mondo un’idea di unità e la decisione di difendere i valori belli della democrazia, di poter scegliere il nostro destino per me, per noi. Anche nel dolore e nella violenza, espressi dalla lacrima di sangue, ho voluto trasmettere energia. C’è molta sofferenza ma si trasforma in questo cielo azzurro e nel giallo del grano. Ce la faremo. Ciò che gli ucraini difendono mi dà tanta energia. C’è il pianto, ma il futuro è luminoso e colorato.” Legge meno intuitivamente un’altra tela. Ci sono quattro figure femminili circondate da due ali grigie all’esterno delle quali si vedono armi avvolte da nastri blu e gialli. «Sono stata ispirata da un’icona bizantina che aveva mia nonna e che rappresenta la martire Santa Sofia con le sue tre figlie Fede, Speranza e Carità Sofia significa sapienza ed è la madre di speranza, fede e amore (carità). Solo la saggezza, oggi, può farci superare la guerra. La stupida guerra, appunto. Le ali sono quelle delle gru. È un omaggio al villaggio di mio padre dove c’era una statua di una gru. Ho immaginato le sue ali grigie proteggere Sofia e le sue figlie dall’aggressione delle armi, che rimangono fuori. Significa che la mia terra si protegge da sola. E non solo: secondo me, con la sua battaglia, l’Ucraina oggi protegge tutta l’Europa. Sogno un futuro senza muri tra Ucraina e Russia, spero che ci sia una vittoria molto più grande, molto più profonda proprio perché basata su saggezza, amore, speranza e fede”.
Eventi
“L'Arte nell'uovo di Pasqua”
ASSOCIAZIONE SERGIO VALENTE
Via del Babuino 107 00187 Roma
Website lartenelluovodipasqua.com
il ricavato sarà devoluto in beneficienza
Eventi
“L'Arte nell'uovo di Pasqua”
ASSOCIAZIONE SERGIO VALENTE
Via del Babuino 107 00187 Roma
Website lartenelluovodipasqua.com
il ricavato sarà devoluto in beneficienza
Amber Green Art Gallery
535 West 23 rd street
New York - U.S.A.
in collaborazione con
Agostino Art Gallery
Milano - Italy
"Tutto sta nel saper fare, nel saper concentrare lo spirito su di un punto, nel sapere astrarsi abbastanza per far sorgere l’allucinazione e sostituire il sogno della realtà alla realtà stessa"
Joris-Karl Huysmans
Peace4Life
Tela pittorica, colore arcilico, polimeri, piuma.
Nell’uovo c’è la vita.
L’uovo è un miracolo divino, con esso inizia la creazione, la trasformazione, la crescita fino alla nascita – questo però a condizione che venga custodito, protetto e accudito. Altrimenti il processo si ferma. Senza l’uovo non esisterà la gallina e senza la pace si fermerà la vita umana. Raggiungere la pace per assicurare la vita: ecco la prerogativa del nostro mondo per andare avanti. La pace è il bene più prezioso, l’oro che va ricercato e custodito! Ma oggi dov’è?
Mentre leggete queste parole i popoli dell’Ucraina, della Siria, della Georgia, e in parte dell’ex-Jugoslavia oltre che di tanti paesi africani sperimentano la perdita della pace, e una parola terribile – la guerra – è entrata a far parte della quotidianità. Ergo anche della mentalità, peggio ancora: è diventata la normalità.
La mia opera vuole ricordarci che la vita va protetta con la pace, esattamente come un bambino neonato va protetto dai suoi genitori con tutto l’amore e soprattutto la responsabilità possibili. Senza quel bambino i genitori non hanno un futuro nella continuità della famiglia. Se non si assumono la responsabilità di accudirlo, sostenerlo, educarlo e preservarlo – di certo non possono sperare che nella vecchiaia quel figlio cresciuto si prenda cura di loro.
Prendiamoci cura della vita come dei neonati, con delicatezza, tenerezza e responsabilità assicurando che la pace sia sempre con noi perché la pace è la via, la verità e la vita!
VENDUTO IN BENEFICENZA
Ho ricevuto un'offerta per questo dipinto durante una mostra negli Stati Uniti. Il ricavato è stato devoluto ad alcune associazioni in Ucraina. Ecco una lettera di ringraziamento che ho ricevuto.
Il pianto per l’Ucraina
Da piccola sapevo che sarei partita dal villaggio dove sono nata in Ucraina. Guardando i primi film che venivano dall’estero vedevo che tutto lì era così scintillante, colorato e attraente. Allora io volevo stare li, non vedevo ora di crescere e partire. Ed eccomi: da 20 anni ho lasciato l’Ucraina, ho viaggiato mezzo il mondo stabilendomi in Svizzera.
Con la “rivoluzione arancione” e con l’occupazione dell’Ucraina da parte dei russi mi sono però sentita una traditrice, non ero li per il mio Paese, tutto succedeva così velocemente, gli eventi precipitavano in modo inaspettato. Tra tante mezze verità – o meglio: tra tante verità variamente interpretabili – pian piano si delineava un futuro molto difficile per il mio Paese d’origine. Tanti dubbi mi sono venuti, mi sono chiesta se non avessi dovuto essere li, e se da qui sarei riuscita aiutare di più. Qualche tentativo l’ho fatto per dare il mio sostegno – ma sempre insufficiente.
Il 24 febbraio 2022 mi sono svegliata ad Alba, in Piemonte, dalla finestra una bellissima vista collinare e i primi raggi di sole. Avevo preparato la mia festa di compleanno che festeggio il 25 febbraio e stavo aspettando tanti amici. E dalla tv arrivava l’annuncio che i russi stavano attaccando l’Ucraina … Sono scoppiata in lacrime e forse per la prima volta ho sentito il dolore al petto (…. non so perché dicono che il cuore non faccia male). Ovviamente la festa del mio compleanno l’ho cancellata. Ho chiamato mia mamma, i parenti, gli amici dell’Ucraina …. Io ero in lacrime e loro mi consolavano dicendo che non dovevo preoccuparmi perché l’Ucraina non si si sarebbe arresa e avrebbe vinto.
Ho passato l’infanzia con i nonni che mi raccontavano spesso di come avevano vissuto la Seconda guerra mondiale, i cinque lunghi anni del dolore, del freddo, della fame e della speranza di arrivare vivi al giorno dopo. La guerra è il più grande errore dell’umanità. E la mia Ucraina è finita sotto attacco nel 2022?! Tante domande mi hanno fatto scoppiare la testa: come è potuto succedere? Sentivo una profonda rabbia verso chi l’aveva permesso e chi non aveva ascoltato i molteplici segnali d’allarme che c’erano da tanti anni; sentivo disprezzo verso chi avesse la responsabilità di aver creato questo mostro che oggi sta terrorizzando il mondo…. Poi le domande finiscono e le risposte non arrivano e sono stata assalita da una profonda tristezza, rovesciata ancora nelle lacrime e nella speranza che il mondo intero si mobilitasse per aiutare l’Ucraina così tante volte attraversata dai cavalli dei “conquistadores” (e adesso bruciata dalle bombe e devastata dai carri armati).
Amo l’Ucraina e il mio popolo, desidero con tutto il cuore che diventi un Paese scintillante, colorato e attraente … e che le bambine che lo vedranno vogliano visitarlo e sognino di rimanere lì perché è un Paese divertente e pieno di opportunità … così loro non la lasceranno come ho fatto io.
I colori del quadro sono festosi perché questo è il futuro dell’Ucraina, le lacrime cadono nel cuore e lo riempiono di amore. Credo profondamente che questo Paese darà l’esempio su come difendere i propri valori e che questa guerra sarà ultima in Europa.
L’arte deve toccare la politica! Come sarebbe possibile, altrimenti, fermare la guerra?
VENDUTO IN BENEFICENZA
Feelings
La creazione dei quadri “Feelings” arriva dalla profonda ricerca della felicità. Quando passavo le serate da sola e senza la tv in una cittadina piccola al confine tra Svizzera e Italia…
spesso non accettavo la sensazione della solitudine perché ero persuasa che dovevo bastare a me stessa e cercavo di contrastarla…. iniziavo a creare atmosfere festose a casa, mi vestivo in modo esuberante, cucinavo una buona cena, aprivo un buon vino, mi preparavo il bagno con le candele, mettevo la musica e poi prendevo i colori e la tela e trasmettevo sulla tela quello che sentivo in quel momento.
Queste mie creazioni non erano mai intese per essere esposte, mi davano l’idea della profonda intimità con me stessa; un po’ per caso sono capitate sui social e subito un mio conoscente ha chiesto di acquistare una, poi ancora e ancora altre persone mi hanno chiesto la stessa cosa … Visto che di serate in solitudine ne passavo molte, le tele “feelings” erano sempre di più e così ho deciso di condividerle con altre persone anche se sono i quadri molto intimi per me.
E poi mi sono accorta che nonostante le tele lasciavano casa mia e mi mancavano i ricordi: più le mura rimanevano nude dalle tele più mi veniva voglia di crearne di nuove e più diventavo creativa. Un po’ come l’ape a cui tolgono il miele dall’alveare. Allora lei ne produce sempre di più.
altezza 80 cm x larghezza 120 cm
altezza 80 cm x larghezza 120 cm
altezza 80 cm x larghezza 120 cm
L’arte deve uscire dallo spazio del creatore, bisogna lasciarla “viaggiare” nel mondo come i figli lasciati partire dalla casa … “i genitori sono come degli archi e i figli sono le frecce”, cosi per me è diventata l’arte dei “Feelings” – va in un altro spazio e altre persone ne vedranno e percepiranno le sensazioni diverse dalle mie (forse si sentiranno meno sole) … Forse certe sensazioni coincideranno con le mie o forse si modificheranno, e forse quelle nuove sensazioni generate dalla visione del quadro in qualche modo cambieranno la loro giornata – ed ecco che ho partecipato a miracolo dell’arte.
L’ape e la Farfalla
L’ape e la Farfalla – l’Utile e il Bello.
L’ape il sinonimo del vulnerabile fondamenta del nostro mondo ma pure altrettanto il sinonimo del sacrificio all’ordine e alla communita; mentre la farfalla è il bello, mutabile, frivolo (forse anche non essenziale per la sopravvivenza del mondo). E pure l’ape operaia si sacrifica per la farfalla, come racconta la favola ma anche come spiega la riflessione: l’ape impollina e la farfalla usufruisce delle piante e dei fiori che impollina l’ape.
L’ape è logica, poco evoluta, facilmente manipolabile e spiegata dagli scienziati; mentre la farfalla ha tutto un suo mondo aperta con la metamorfosi, varietà dei colori e cibi con la quale si nutre (dal nettare dei fiori al liquido che trasuda dalla frutta in putrefazione o dallo sterco degli animali, ma anche dal sangue degli animali, come dei vampiri). Il mondo delle farfalle si complica con la simbiosi che instaurano con le formiche, le larve scendono per terra e mimano i suoni e gli odori delle larve di formica, così vengono allevate dalle formiche.
Ho creato il mio quadro con l’intenzione di porre le domande “i mondi più semplice sono alla base dei mondi più complessi?”, e “come mai certi mondi rimangono semplici e continuano sacrificarsi per quelli complessi, anche se forse non necessariamente vitali?”, “chi lavora e sta alla base dell’essenziale e della sopravvivenza si nasconde e rimane umile, mentre chi usufruisce della sua fatica nascosta si mette in mostra? (“L’essenziale è invisibile agli occhi”, Il Piccolo Principe) – E se fosse che questo ordine viene dalla natura stessa?”.
Per la realizzazione dell’opera ho usato la stampa della mia foto come la testimone diretta della domanda posta, aggiungendo colori acrilici, piume, polimeri (occupando tantissime ore di lavoro nella posa dei polimeri, uno per uno) … e ho cercato di porre la domanda attraverso le immagini e i materiali.
Il Paese delle meraviglie
Seguendo il racconto del Alice in Paese delle Meraviglie mi ha incuriosito molto il tema del Tempo e come gli esseri umani sono in ricerca di “fermarlo”, o manipolarlo. “….Se invece ti fossi mantenuta in buoni rapporti con lui (tempo), lui farebbe fare al tuo orologio tutto quello che vuoi tu” .
Un tempo personificato, dunque, che può stabilire per chi scorrere (e come scorrere) e per chi no, il tempo soggettivo non si basa su uno strumento di misura, bensì su come ogni persona percepisce il passare di minuti e ore a seconda delle diverse situazioni in cui si trova a vivere.
Ma con il tempo si puo anche giocare? Quando una persona fa dei interventi chirurgici e fa lo sport per mantenersi sempre in forma – sta cercando di manipolare il suo tempo?
E se grazie a questi “manipolazioni” in effetti la persona riuscira a vivere piu a lungo allora vince il tempo. Pero la qualita del tempo forse non dipende dalla lunghezza degli anni visuti ma dalla percezione e il valore che diamo al nostro tempo.
Con questo mio quadro volevo rappresentare la mia riflessione personale che mi ha portato alla conclusione che il mondo degli adulti fatto soprattutto dalla logica calcolatrice da una parte, e il mondo del gioco e divertimento continuo riesce davvero fermare il tempo. Nessuno piu’ di chi gioca sa rimanere nel tempo personalizzato. Gli adulti, rappresentati da Bianconiglio, per i quali il tempo a disposizione non è mai abbastanza ed è sempre tardi. Invece per esempio per i bambini c’è sempre tempo per giocare, sempre – senza fine…. rimanere nel momento del gioco in modo che il tempo non passi. Guarda i palloncini colorati e le farfalle e lasciati alle spalle le strategie, le logiche e qualunque cosa il sistema di preoccupazioni voglia che ti occupi. C’è solo da imparare da i giocatori e i bambini come trattano il tempo, o forse sarebbe abbastanza rimanere sempre un po i bambini…
IL bianco e il nero
L’ispirazione per quest’opera mi è venuta dopo che sono stata profondamente colpita dalla visione del film il Cigno Nero.
Mi sono chiesta quante volte il cigno nero che ho in me ha soffocato il cigno bianco, due opposti che vivono sotto forma di astuzia, sensualità, disinibizione da un lato e di grazia e innocenza dall’altro.
La visione del film mi ha portato alla conclusione che la competizione spietata e la paura del fallimento e della solitudine ci conducono ai sacrifici e di conseguenza facciamo vincere il nostro cigno nero “divorando” le ali del nostro cigno bianco impedendogli di spiccare in volo. Così facendo teniamo sotto controllo la nostra innocenza. Spesso lo facciamo per la protezione, per proteggerci dalla sofferenza: in effetti ho voluto rappresentare il cigno bianco con il cigno nero in una versione in cui hanno un approccio amorevole uno verso altro. Non c’è lotta tra di loro, il cigno nero anche se ha spezzato le ali al cigno bianco gli avvolge amorevolmente le gambe, sembra che non lo faccia volare né camminare e la sua reale intenzione è proteggerlo.
La mia intenzione con quest’opera è di incentivare lo spettatore a riflettere “quanti e quali belli e innocenti sentimenti abbiamo soffocato in noi stessi per proteggerci?”.
Dimensioni del quadro (tela) 140X100, assieme con il velo bianco l’altezza 260cm, la larghezza con gli ali nere 200cm.
Gli scudi dell’anima
L’anima è il nostro essere profondo non visibile e non palpabile: crediamo che esista, la sentiamo e spesso non sappiamo descriverla. È un’energia? È mutevole e noi possiamo modificarla o è stabile e ci modifica conducendoci su un cammino prestabilito?
Mi sono posta tante domande su cosa sia la mia anima, e sulla tela volevo riportare la mia riflessione personale: io sono arrivata alla conclusione che l’anima ci protegga creando degli scudi. Mi sono accorta che cerco la comunicazione con l’anima specialmente in momenti difficili (o invece è lei che cerca comunicare con me?), percepisco come un bisbiglio tra il me profondo senza spazio né tempo e il me reale qui e adesso. Sento i suoi avvertimenti, è come una specie di radar interno che arriva dal profondo. Spesso non mi so spiegare perché ho saputo prendere all’istante questa o quest’altra decisione che si è poi rilevata benefica per me.
Quattro ali di colore diverso con gli occhi all’interno (le foto degli occhi sono state scattate in una clinica oftalmologica), due ali nere dell’animale notturno che sostengono (la protezione 24 ore garantita ;-).
La spada dietro la spalla sinistra (ho un rapporto molto speciale con questa spalla in quanto si è infortunata ed è stata operata più volte…). Stranamente molte volte mi ha protetto proprio questa spalla, a volte mi ha impedito d fare delle cose, ma sono certa che mi ha cambiato il corso della vita in quanto (proprio come un radar) ha saputo distinguere le persone e selezionare le relazioni profonde.
Tre tipi di scudi (appunto la protezione 24/7 ;-)… Templare, Romano, Vichingo con le rune celtiche.
Il drago nero ai piedi con i denti fuori come il cane da guardia.
L’anima si protegge con la maschera sul volto e la piuma rossa sulle spalle mettendo in guardia perché a nessuno venga la malsana idea di attaccarla.
Le frecce che provano ad attaccala, infatti, contro questa corazza che l’anima ha costruito, diventano bianche e dunque innocue.
Mi rendo conto che sono sensazioni soggettive, mi farebbe piacere il confronto con gli spettatori per capire in che modo e che cosa percepiscono dalle loro anime … Credo che le idee altrui mi ispirerebbero nuove opere perché questa ricerca mi stimola molto.
Angelo della Forza
Il grande desiderio di ottenere la nazionalità svizzera mi ha costretto a imparare la pazienza. Ho voluto esprimere cosa è stato per me il processo dell’attesa, quasi 2 lunghissimi anni di bilanciamento tra l’arduo desiderio e l’impazienza. I colori rosso e bianco sono scelti apposta in riferimento ai colori della bandiera svizzera.
La pazienza per me è stata la sofferenza che ho dovuto accettare e vivere il più serenamente possibile. Credo che solo le preghiere meditative mi abbiano aiutato a superare quel periodo e per questo le ali dell’angelo rappresentano la forza spirituale dalla quale potevo attingere le energie.
La riflessione che ho fatto – i bambini quando disiderano qualcosa e non possono ottenerla subito scoppiano a piangere, maturando ci insegnano che dobbiamo imparare la pazienza e noi a volte la impariamo ma credo che spesso noi impariamo a fingere d’averla imparata con i comportamenti apparentemente calmi, dobbiamo trattenere le energie e meditare ma anche pregare per non “esplodere” con i comportamenti inopportuni. L’energia che crea l’attesa rimane comunque “rossa” e arde e noi la cerchiamo di domarla con la pazienza.
La Fenice
Cosa ci porta alla trasformazione: la nascita o la morte, l’inizio o la fine?
La metamorfosi della farfalla ci porta a riflettere quanto è complesso il processo della trasformazione, una fase deve completarsi per dare la nascita a una fase successiva. Nella farfalla non c’è niente del bruco, né all’apparenza né alla sostanza (il bruco si nutre senza sosta, la farfalla vola e a volte pure vive senza nemmeno nutrirsi) e pure perché nasca la farfalla deve nascere il bruco …. e per far nascere il bruco deve nascere la farfalla: è un ciclo.
La mia riflessione sulla trasformazione e cambiamento mi ha portato a creare un’opera con la clessidra blu che travasa le quattro prove di cambiamento dell’aspetto fisico (sperimentate davvero in persona) nella fenice. La clessidra rappresenta il tempo e la fenice la riesce rompere perché la forza che arricchisce il cambiamento è più forte del tempo, è naturale. I due bruchi sopra danno inizio al processo mangiando le foglie di edera che avvolge tutta la clessidra, le 4 personalità si cancellano fondendosi e si travasano nella fenice che a sua volta aprendo le ali rompe i confini e fa nascere delle farfalle che spiccano in volo. Le farfalle escono anche dai confini del quadro in segno che per la rinascita e la trasformazione o il cambiamento non ci sono i limiti.
La rottura del rapporto tra la Rosa e il Piccolo Principe spinge il Principe di lasciarla e a esplorare nuovi mondi. Un po’ quando noi dopo aver elaborata la perdita andiamo verso opportunità che prima ci precludevamo. La separazione, per quanto dolorosa, è necessaria, e il processo di separazione porta alla differenziazione tra sé e gli altri.
La lontananza dalla Rosa ha permesso al Piccolo Principe di capirne l’importanza e di dare un valore al loro legame.
La nostra Rosa potrebbe essere percepita anche come la metafora della famiglia dalla quale ognuno di noi per crescere deve separarsi, per poi ritrovarla da adulto in una relazione differente, basata non più sui bisogni ma sui valori e sulla gratitudine.
Quante volte pensiamo al nostro “Fiore” come ha pensato Piccolo Principe? «Avrei dovuto giudicarlo dagli atti, non dalle parole. Mi profumava, mi illuminava. Non avrei dovuto venirmene via! Avrei dovuto indovinare la sua tenerezza dietro le piccole astuzie … ma ero troppo giovane per saperlo amare»
Nel mio quadro il Piccolo Principe si fa mordere da 6 serpenti che per me sono: l’insicurezza, la sofferenza, la solitudine, la paura, la noia, l’impazienza. Nonostante ciò, è riuscito far crescere sempre di più la sua Rosa ed arrivare al punto di non sentire più morsi, perché anche se i serpenti lo mordono non provocano più in lui nessun effetto, e anche perché l’amore verso quello che custodisce dentro di sé è diventato così solido e grande che l’unica cosa che sente è l’estasi del piacere.
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